La guerra

Bombardamenti

La guerra, nella città di Michelangelo e del Ponte Vecchio amata dagli Statunitensi e dai Tedeschi, con la sua più terribile violenza arrivò tardi. Nessuno s’aspettava che qualcuno avesse il coraggio di sganciarle sopra le bombe, al punto che quando i bombardieri americani passavano sulla città i fiorentini alzando le spalle dicevano “tanto vanno a Pontassieve…” e per mesi e mesi ebbero ragione a dirlo. Fino a quando nel 1943, dopo l’armistizio, qualcosa cambiò in modo definitivo e sabato 25 settembre gli Alleati sganciarono le prime bombe nella zona della stazione di Campo di Marte.

La città rimase sconvolta e i rifugi antiaerei si moltiplicarono, costruiti in fretta e spesso nelle cantine dei palazzi antichi e dei condomini, indicati da una “R” maiuscola in vernice bianca su fondo nero con accanto una freccia che indicava il più vicino (alcuni si vedono ancora in città, in via Panicale, in Piazza del Mercato, in Piazza della Repubblica). Divennero rifugi dalla morte luoghi storici come Palazzo Pitti e piazza Santa Croce, ma anche il Cavalcavia delle Cure, la stessa Piazza della Repubblica fu scavata rapidamente per ricavare uno spazio che salvasse dalle bombe. Poi la città fu spezzata in due, dopo quasi un anno di attacchi:
il 3 agosto, alle nove di sera, i Tedeschi fecero sistematicamente saltare tutti i ponti sull’Arno, tranne Ponte Vecchio. La “liberazione”, che sarà definitiva soltanto nelle prime settimane di settembre del ’44, troverà una città orgogliosa ma stremata.