Folclore

Lo Scoppio del Carro

Il Brindellone e la colombina

A guardarlo ancora oggi, con le girandole che lanciano minuscole fiamme e i fuochi d’artificio che invadono d’allegria il “paradiso” tra la facciata del Duomo e la Porta d’Oro del Ghiberti, a nessuno verrebbe in mente la prima delle Crociate che gli Europei mossero contro i musulmani insediati di Gerusalemme. Eppure lo Scoppio del carro, che per i Fiorentini è da sempre e affettuosamente chiamato Brindellone (appellativo che ancora oggi viene usato per i giovani molto alti e un po’ goffi) ha la sua origine nella presa della Città Santa di oltre novecento anni fa, quando Pazzino de’ Pazzi riuscì per primo a salire sulle mura blindatissime della città di Davide e vi confisse il vessillo bianco crociato dei cristiani. Da lì il premio di tre pietre del Santo Sepolcro e la tradizione di accendere con quelle un fuoco per ogni famiglia fiorentina la sera del Sabato Santo.

Oggi, la domenica di Pasqua, il Carro è portato davanti alla porta aperta del Duomo e l’Arcivescovo di Firenze lancia verso il Brindellone una colombina (che è poi un piccolo razzo) su un filo teso dall’altare e che, toccando il Carro, induce lo scoppio e dà l’avvio alla primavera, al nuovo anno lunare e alla prosperità sperata e attesa. Se la colombina non riesce a concludere il suo percorso, infatti, per Firenze s’annuncia un anno sfortunato.
Se la colombina , invece, non riuscisse a concludere il suo percorso per Firenze si annuncerebbe un anno sfortunato.